Defibrillatori: un contributo alla discussione dell’Onorevole Paola Frassinetti

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Milano, 22 luglio 2019

Defibrillatori: un contributo alla discussione dell’Onorevole Paola Frassinetti

Oggi inizia l’iter di una legge importante, perché ormai è acclarato che l’uso dei defibrillatori può salvare vite umane. La diffidenza che in molti casi era presente sulla questione della loro diffusione è venuta meno, grazie a molti casi concreti, avvenuti un po’ ovunque recentemente in ogni parte del mondo e in Italia.

In audizione abbiamo potuto ascoltare svariate testimonianze che ci hanno convinto di come la presenza di un defibrillatore sia stata essenziale: tali circostanze ci portano a ritenere che per salvare più vite umane sarebbe necessario un numero maggiore di defibrillatori allocati in luoghi strategici dove le persone abitano, studiano e lavorano.

“È fatto obbligo alle PA e ai gestori di pubblici servizi di dotarsi entro il 31/12/2022 di defibrillatori semiautomatici e automatici esterni e di personale firmato ai sensi della legge 3/42001”. Questa frase inserita all’art. 1 della Legge è emblematica dell’obiettivo raggiunto.

La presenza dei defibrillatori va sempre più garantita in Luoghi pubblici: centri sportivi, luoghi di grande passaggio come stazioni e aeroporti, eccetera.

FdI sul punto si è spesa molto ed ha organizzato alcuni mesi fa una conferenza stampa con esperti del settore: le nostre iniziative parlamentari hanno riguardato l’obbligo di installare i defibrillatori nelle scuole e nelle università, aumentando anche gli incentivi previsti per dotare di DAE i condomini con un elevato numero di inquilini.

Nelle scuole e nelle università la presenza di DAE è importante per il gran numero di persone che vi staziona, risultando così di utilità anche per il territorio circostante. Recentemente un’insegnante nelle Marche è stata salvata proprio grazie al defibrillatore presente nell’Istituto. Certo avremmo voluto che un punto così importante come quello relativo agli Istituti scolastici fosse maggiormente evidenziato e l’emendamento presentato in commissione a prima firma da parte dell’onorevole Rizzetto andava proprio in tale direzione.

L’altro punto cui FdI tiene molto è l’installazione dei DAE nei condomini e ciò per vari motivi: i tempi che le persone trascorrono a casa sono oggi sensibilmente aumentati… Gli anziani, solitamente i soggetti più “a rischio”,  passano la maggior parte del loro tempo nelle proprie abitazioni: ormai la casa è diventata per molti anche un luogo di lavoro. Il 70% degli arrestati cardiaci avviene in appartamento ed è ormai provato che, intervenendo entro i primi 3 minuti, si riescono a limitare i danni al cervello e le menomazioni più  gravi. Proprio l’ambiente domestico, infatti, dovrebbe essere uno dei primi luoghi da “cardioproteggere”: in Italia sono circa un milione le residenze condominiali, nelle quali vivono 14 milioni di famiglie. E’ dunque molto importante essere in grado di tutelare la salute di queste persone rendendo il condominio un luogo “cardioprotetto”.

Certo la complessità decisionale degli organi del condominio non facilita l’obbligo di installazione, ma molti amministratori spingono in questo senso, anche con l’ausilio delle loro associazioni, prima fra tutte l’Anapic, nella persona del Suo Presidente Lucia Rizzi. Sarebbe auspicabile che tramite incentivi si possano installare sempre più defibrillatori e si formino portieri e inquilini in grado di poterli usare.

Se quindi il defibrillatore incontra sempre più il favore della gente, non va però sottovalutato il fatto che per usarlo è necessaria un’adeguata formazione. Se è importante per poter salvare delle vite che siano sempre più numerosi gli apparecchi installati, nello stesso tempo devono essere sempre di più le persone in grado di saperli usare.

Per questo nel provvedimento si è pensato che sia prioritario iniziare a insegnare ad usare il defibrillatore agli studenti di tutte le scuole di ogni ordine e grado, ovviamente con modalità diverse a seconda dell’età. Ed è per questo che all’art. 3 sono previste misure sostanziali in questo campo, che consentono l’uso dei DAE al personale sanitario non medico, nonché al personale non sanitario che abbia ricevuto una formazione specifica nelle attività di rianimazione cardiopolmonare. Misura che si spinge fino a consentire anche a chi sia privo dei requisiti sopra citati, di soccorrere usando il defibrillatore, in casi di sospetto arresto cardiaco, senza incorrere in alcuna responsabilità in quanto tutelati dall’art. 54 del C.P. che prevede in questa fattispecie venga applicato lo stato di necessità.

Esprimo inoltre soddisfazione per l’accoglimento dell’emendamento di FdI a mia prima firma all’art. 5 sui corsi di preparazione relativi alla disostruzione delle vie aeree da corpo estraneo che è un fenomeno pericoloso e ricorrente soprattutto nei bambini.

Auspichiamo che questo provvedimento aiuti a cambiare la mentalità e in quel caso diventerebbe una tappa fondamentale per la buona riuscita di questo percorso.

È importante far capire che il defibrillatore non deve sostituire il primo soccorso dell’ambulanza ma al contrario è un modo per garantire un pronto e tempestivo intervento per i casi in cui nell’attesa dell’ambulanza potrebbe non sopravvivere la persona. Per questo è positiva la previsione dell’art 9 che tratta delle campagne di informazione e sensibilizzazione. Queste campagne sono rivolte al personale docente e non docente, agli educatori, ai genitori e agli studenti e sono finalizzate a informare e sensibilizzare sulle manovre di rianimazione cardiopolmonare e sull’uso dei defibrillatori semiautomatici e automatici esterni.

È essenziale che per promuovere questa campagna informativa sia stato previsto uno spazio nei programmi televisivi nazionali e regionali; è importante far acquisire alla popolazione la conoscenza e la coscienza della prevenzione rispetto al fenomeno dell’attacco cardiaco, che ­- secondo le statistiche – rappresenta ancora la causa di morte nel 41% dei casi.

Siamo dunque in presenza di una proposta di legge importante, con una programmazione e un finanziamento che dovrebbero renderla completamente operativa nel 2022. In ogni caso si tratta di un passo essenziale nella direzione giusta: quella del cittadino che interagisce con le istituzioni per soccorrere gli altri e che – se interviene negli attimi che precedono l’arrivo dell’ambulanza – può risultare determinante per la sopravvivenza di chi sia colpito da tale patologia.

Un momento dell'incontro conclusivo all'Istituto Pessina

 

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